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Sono sola e sola voglio rimanere

Seulete sui et seulete vueil estre (sono sola e sola voglio rimanere): con queste parole Christine de Pizan, o meglio Cristina da Pizzano (Venezia), rimasta improvvisamente vedova nel 1390 a soli 25 anni, affermava la sua volontà di autonomia. Data in sposa a soli 15 anni al nobile francese Etiénne de Castell, la giovane si ritrovò a 25 anni con tre bambini da mantenere. L’esito più naturale all’epoca sarebbe stato un nuovo matrimonio, ma Cristina preferì inventarsi un mestiere e per guadagnarsi da vivere si dedicò alla scrittura a tempo pieno, scelta che fece di lei la prima autrice professionista della letteratura francese e occidentale.

Nel corso della sua carriera Christine scrisse su diversi argomenti, dalla religione alla teoria politica, dalla poesia d’amore cortese alle tattiche militari, dalla pedagogia alla poesia. Istituì il suo scriptorium tutto femminile, dove produsse molti manoscritti, di cui circa 50 sopravvivono. Altri (circa 150) includono parte del suo lavoro. Di quelli che completò, sappiamo che fu lei a stabilire persino le miniature, che la ritraggono al lavoro, intenta a scrivere, leggere e insegnare.

La conferenza, tenuta dalla Prof.ssa Maria Giovanna Fadiga Mercuri, filologa e paleografa, e dalla dottoressa Barbara Bertoni, Direttore di IMAGO S.r.l., verte sulla presentazione di uno splendido manoscritto quattrocentesco tuttora inedito, contenente L’Epistre d’Othea, una lettera che la dea Otea (nome inventato da Christine) scrive a Ettore, allora quindicenne e futuro re di Troia. In sostanza è una sorta di guida su come essere un buon cavaliere, un manuale di istruzioni per il buon governo, formato da cento racconti ricollegabili alle storie dell’Iliade. Il codice, ornato da un ricco corredo di miniature in oro, lapislazzuli e grisaille, custodito presso la Biblioteca dell’Università di Erlangen-Norimberga, sarà presto edito in edizione facsimilare, attraverso procedure complesse ed esclusive della casa editrice IMAGO, specializzata nella riproduzione dei codici antichi, grazie all’utilizzo della più moderna tecnologia. Parteciperà inoltre il prof. Rossend Arqués (Universitat Autònoma di Barcellona) che illustrerà l’importanza delle edizioni facsimilari nel settore della bibliofilia e dello studio.

Christine, proponendosi come esempio alle donne degne di fama e valore, rivendica così al genere femminile la capacità e l’autorevolezza della creazione letteraria.

 

I manoscritti, gli incunaboli, le pergamene e i documenti diplomatici antichi sono oggetti estremamente preziosi per la loro unicità e fragilità; da qui provengono le rigidissime quanto sacrosante limitazioni al loro accesso, che è possibile solo quando sono riconosciuti dei validi motivi di ricerca, o di restauro o di protezione degli stessi. La loro fruizione sarebbe quindi impossibile se non ci fossero i moderni facsimili che più di qualsiasi altra tecnica di riproduzione precedente (copia anastatica, microfilm o scansione digitale) sono in grado di restituire a una più vasta comunità di studiosi e di estimatori questo enorme patrimonio librario, documentario e antiquario. Il moderno facsimile è una tecnica che è in grado di riprodurre tanti manufatti in modo efficace e integralmente, rispettando la complessità dell’originale in quanto alla sua dimensione fisica, estetica e dei contenuti. In alcuni casi anzi il facsimile è stato capace di ricomporre l’unità originaria di codici che nel corso dei secoli sono stati smembrati, trafugati o dispersi. Il facsimile quindi non è solo un oggetto di grande pregio e bellezza, ma soprattutto uno strumento bibliografico di primaria importanza scientifica, didattica e culturale.

In questa occasione abbiamo voluto esaltare l’importanza delle edizioni facsimilari attraverso soprattutto uno splendido manoscritto quattrocentesco tuttora inedito, la cui autrice Cristina Pizzano, meglio conosciuta come Christine Pizan (1365-1431), condivide con l’altra protagonista di questo incontro, Fantina Polo (1303-???) la città d’origine, Venezia. I documenti di cui oggi parleremo ci hanno permesso di conoscere le loro umanissime vicende personali di donne tanto intelligenti quanto determinate e sicure del loro valore, Cristina come intellettuale protofemminista; Fantina, figlia di Marco Polo, capace di difendere attraverso la sua rivendicazione dei beni ereditati da cotanto padre, il diritto di tutte le donne di far sentire la propria voce e di veder riconosciuti i loro interessi e la loro autonomia economica.

 

 

Relatori:

Maria Giovanna Fadiga Mercuri, Ambasciata d’Italia in San Marino

Barbara Bertoni, IMAGO Ed. S.r.l.

Rossend Arqués, Universitat Autònoma di Barcellona 

  • Organizzato da: IIC Barcellona
  • In collaborazione con: UAB