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Festival Unlearning a Barcellona

Festival Unlearning a Barcellona

Cura di Maria Rosa Sossai

L’Istituto Italiano di Cultura presenta il primo Festival Unlearning un festival d’arte contemporanea che per la prima volta in Europa vedrà l’azione corale di collettivi e artisti italiani invitati ad agire nella città di Barcellona, seguendo la prassi condivisa dell’unlearning, attraverso la quale scoprire con uno sguardo nuovo la città e confrontarsi con i suoi abitanti senza confini geografici e politici.

Per la filosofa e attivista statunitense di origine bengalese Gayatri Spivak il termine Unlearning descrive il processo con il quale interroghiamo attivamente il sapere e le relazioni di potere già conosciute, adottando il punto di vista dei paesi marginalizzati. Ne consegue che non esiste una formazione neutra, dato che l’educazione è sempre politica – o fortifica le relazioni esistenti oppure crea aperture per un cambiamento, afferma il pedagogo brasiliano Paulo Freire. Mentre per Antonio Gramsci ogni relazione egemonica è prima di tutto una relazione educativa.

Unlearning quindi è un processo per imparare a disimparare stando insieme agli altri in maniera differente, così da cambiare le condizioni stesse di apprendimento, che possiamo definire, prendendo in prestito le parole di Roland Barthes «La traccia eccentrica delle possibilità, un non metodo che assume le forme della mutazione continua».

Partendo da queste premesse, UNLEARNING BARCELONA sarà un’azione corale dei collettivi e artisti italiani invitati ad agire nella città di Barcellona, seguendo una prassi condivisa di scoperta e uno sguardo che rinnova il confronto, senza confini geografici e politici. Insieme al pubblico si immagineranno forme per disimparare tutto ciò che già conosciamo e che ha portato a un mondo globalizzato e gentrificato che alimenta l’ossessione per il calcolo, le statistiche, il monitoraggio, la valutazione in itinere, il controllo, l’auto valutazione, la doxa. La monetizzazione delle nostre esperienze ha cancellato la distinzione tra privato e pubblico, tra il tempo del lavoro e il tempo del riposo, tra il luogo della produzione e quello domestico, per cui ciò che conta ormai viene contato.

 

Bio Maria Rosa Sossai

Maria Rosa Sossai è ricercatrice nel campo delle pratiche artistiche legate alle politiche dell’educazione. Nel 2012 ha fondato ALAgroup, www.alagroup.org, Accademia libera delle arti, un collettivo indipendente che concepisce la pratica curatoriale e artistica come un processo di conoscenza condiviso, e che continua la ricerca iniziata nel 2008 con ’associazione per l’educazione all’arte esterno22. Con ALAgroup, ha curato mostre, residenze e workshop, tra i quali: “Literary Creation”, sezione della Mediterranea 18 Young Artists Biennale, Tirana. “We+Museum= To Dream a Vision or to Vision a Dream?” degli artisti Driant Zeneli e Valentina Bonizzi presso Campus in Camps a Betlemme. “Un’educazione”, ciclo di laboratori e mostre di artisti italiani e internazionali al FAI – Villa e Collezione Panza a Varese. Il workshop e la mostra “Quale Educazione per Marte?” dell’artista Valerio Rocco Orlando. Dal 2013 al 2015 ha diretto AlbumArte spazio | progetti per l’arte contemporanea di Roma. Ha curato mostre e progetti in gallerie, fondazioni e musei in Italia e all’estero, tra gli altri al museo MAN di Nuoro, al Tel Aviv Museum, per conto dell’Istituto Italiano di cultura, al SongEun ArtSpace di Seoul per conto dell’Istituto Italiano di cultur, alla Krishnamurti Foundation di Bangalore. A Roma ha collaborato con la Fondazione Pastificio Cerere, l’Istituto Polacco, la Nomas Foundation, the American Academy, la Real Academia de España.

Scrive per le riviste di arte contemporanea Flash Art, Arte e Critica, Artribune, Shifter, VLNA. Ha pubblicato i libri Vivere insieme l’arte come azione educativa, Torri del vento, Palermo, 2017. Con Silvana Editoriale, Milano, Arte video, storie e culture del video d’artista in Italia, 2002, e Film d’artista, percorsi e confronti tra arte e cinema, 2009.

 

  • Organizzato da: IIC